Chi scoprì per primo l'America?

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  1. Lord Alex IV
     
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    Cristoforo Colombo fu davvero il primo a scoprire l'America nel 1492?

    E fu Magellano a compiere la prima circumnavigazione della terra nella sua spedizione del 1519?

    Secondo Gavin Menzies, ex ufficiale della Marina britannica ed autore del libro 1421 la Cina scopre l'America, fu una spedizione cinese a raggiungere per la prima volta le coste americane (70 anni prima di Colombo), a compiere il primo viaggio completo intorno al mondo e a scoprire l'Australia (350 anni prima del capitano Cook).
    Ma come fu possibile?

    Al principio del XV secolo la Cina costituiva la principale forza economica, politica, scientifica e marittima dell'Oceano Indiano. L'imperatore Zhu Di della dinastia Ming, salito al trono nel 1402, avviò e portò a termine una serie di progetti colossali, tra cui lo spostamento della capitale da Nanchino a Pechino, la costruzione della Città Proibita (nella quale furono impegnati 250.000 artigiani e oltre un milione di contadini), l'ampliamento della Grande Muraglia, l'apertura di un'Accademia di Lingue e la redazione di un'enciclopedia di 4000 volumi (basti pensare che all'epoca la biblioteca più "ricca" d'Europa, quella del re inglese Enrico V, comprendeva solo sei libri!).

    Nel 1421 una flotta composta da più di cento navi di grandi dimensioni e con un equipaggio che comprendeva ventimila uomini lasciò la Cina, al comando del leggendario ammiraglio Zheng He, per un viaggio di due anni nel mondo conosciuto e oltre.
    A bordo c'erano sete, porcellane, gioielli e concubine che l'Imperatore Celeste mandava in dono agli altri governanti della Terra per dimostrare la sua potenza e inserirli indirettamente nel sistema tributario cinese, a differenza delle nazioni europee che invece optarono per la colonizzazione invasiva de i nuovi territori scoperti.
    L'impresa venne accompagnata dalla pubblicazione di resoconti letterari e mappe geografiche, che secondo Menzies raggiunsero attraverso varie peripezie il Portogallo e finirono poi nelle mani dei maggiori navigatori europei, i quali per ipotesi potevano quindi essere già a conoscenza dei territori da esplorare durante i loro viaggi "verso l'ignoto".

    Ma perché un evento di simili proporzioni è caduto completamente nell'oblio?

    Per motivi apparentemente futili: mentre la flotta di Zheng He era sempre per mare, l'imperatore Zhu Di morì ed il suo successore interpretò come un cattivo presagio l'incendio della Città Proibita provocato da un fulmine all'indomani del suo insediamento.
    Le spedizioni marittime vennero sospese, i documenti delle esplorazioni della flotta distrutti, e ciò segnò l'inizio dell'isolamento e della decadenza dell'impero Ming.
    Dei viaggi di Zheng He non si ebbe più memoria storica fino a quando venne tramandata una versione romanzata delle sue imprese in un libro del 1600, intitolato Hsi Yang Chih.
    Ma qui siamo nel campo del racconto epico con tutto ciò che questo comporta: non a caso anche Goffredo di Monmouth nel XII secolo scrisse per primo di Re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, mitizzando e traendo ispirazione dalle vicende di un re bretone realmente esistito agli albori del medioevo, e facendo così convivere nella sua opera un fondo di verità che si intreccia in maniera inestricabile con la fantasia letteraria e la leggenda popolare, e quindi da prendere con ogni beneficio d'inventario dal punto di vista storico.

    Pur controverso e scritto seguendo i canoni di una detective-story, il libro di Menzies tenta di riportare luce su aspetti dimenticati dell'epopea delle esplorazioni marittime, e nonostante alcune pagine risultino difficili da digerire per chi non è almeno ammiraglio (del resto non tutti i lettori hanno quotidiana dimestichezza con rotte, latitudini, longitudini, venti e correnti varie) e a volte si abbia l'impressione che le teorie proposte dall'autore vengano "quadrate" in modo un po' interessato, risulta in ogni caso un avvincente racconto di viaggio, d'avventura, di grandi ambizioni.

    Ma non bisogna dimenticare che attualmente l'ipotesi più accreditata riguardo alla scoperta dell'America è un'altra, e la farebbe risalire a molti secoli prima le citate esplorazioni cinesi.
    Secondo gli studi e i rilevamenti archeologici degli ultimi decenni sarebbero stati i Vichinghi a mettere per primi piede sul continente americano e - anche in questo caso - a supporto della tesi viene in soccorso la letteratura, in particolare le Saghe Islandesi del XII secolo (120 in tutto) che narrano - seppure con una buona dose di inventiva - le vicende delle famiglie illustri dell'isola.

    La storia della scoperta dell'America da parte vichinga è riportata nella Groenlendinga Saga (saga dei groenlandesi) e nella Eiriks Saga Rauda (saga di Eirik il Rosso), la cui attendibilità è stata per molto tempo oggetto di dibattito e oggi è universalmente accettata dalla storiografia.

    Secondo i due racconti, attorno all'anno 1000 i vichinghi norvegesi dapprima colonizzarono l'Islanda e da lì poi si spostarono ancora più a nord, in Groenlandia, che venne battezzata così (cioè Gronaland, "terra verde") per i suoi vasti pascoli verdeggianti (del resto è stato appurato che all'epoca in quelle zone il clima era molto più mite che al giorno d'oggi).
    Ecco che qua entra in gioco il figlio del già citato Eirik il Rosso, ovvero Leif Eirikson, il quale organizza alcune spedizioni verso ovest, in cerca di luoghi più pescosi, ma che a causa di una violenta tempesta si trova a naufragare sulle coste di una terra fino ad allora sconosciuta e disabitata: sono le spiagge del mitico Vinland, ossia la "terra del vino", così battezzata dai vichinghi appunto per la presenza di vitigni e che corrisponderebbe alle attuali coste del Canada. I racconti delle saghe sono stati suffragati dal ritrovamento in quelle zone di insediamenti tipici dei vichinghi la cui datazione al carbonio farebbe risalire proprio agli anni 1000-1020, quindi ben 500 anni prima della scoperta dell'America da parte di Colombo. Lo testimonierebbe la cosidetta "mappa di Vinland", una mappa creata dai vichinghi che traccia il profilo di alcune isole che fanno parte del territorio canadese, cioè Helluland, Markland e Vinland (conosciute come Terranova, Labrador e Baffin Island)
    Una storia affascinante, fatta di uomini in continua lotta contro il mare ed in cerca di una luce oltre il buio dell'ignoto.

    Fonti: http://www.ztl.eu/?pag=iti&id=150
    Mappa di Vinland: http://www.margheritacampaniolo.it/mappa_di_vinland.htm
     
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    si lo sapevo da qnd ho studiato in storia.... sapevo ke i vikinghi vivevano in groenlandia... infatti nn aveva senso la storia
     
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1 replies since 28/6/2009, 12:53   3485 views
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