Il caso Carla Moran

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    La storia di Carla (o Carlotta) Moran, che si presume di cronaca, è raccontata dal romanzo "L'entità" di Frank De Felitta, pubblicato nel 1979 dalla William Collins e dal quale è stato tratto l'omonimo film
    del 1981, di cui lo stesso De Felitta curò l'adattamento. I fatti sarebbero accaduti nella prima metà degli anni '70, e il loro resoconto si baserebbe sui rapporti psichiatrici di vari studiosi che si occuparono del caso, in particolare dal neurologo Sneiderman.
    I parapsicologi Kerry Gaynor e Barry Taff di Los Angeles, specializzati in casi di infestazione e fenomeni poltergeist, iniziarono a occuparsi del caso di Carlotta Moran, che viveva allora a Culver
    City, in California, con tre figli. I due dissero di aver visto strane luci e di aver tentato anche di
    fotografarle con una Polaroid e una cinepresa 35mm. "Provammo a riprenderle con la cinepresa, ma
    si manifestavano troppo velocemente e non ci siamo riusciti", affermò Gaynor, mentre il collega Taff
    descrisse le luci come tridimensionali e di colore cangiante.
    Gaynor raccontò che la prima volta che incontrarono Carlotta realizzarono un'intervista
    di due ore, rendendosi però conto che la donna nascondeva loro la parte più importante. Messa
    sotto pressione, finalmente rivelò di essere stata vittima di un'entità, che l'aveva brutalizzata.
    Naturalmente i due studiosi non le credettero, fino a quando Carlotta li chiamò per informarli
    che alcune persone erano state testimoni di un'apparizione. I due tornarono nella casa di
    Culver City, dove questa volta videro personalmente accadere strani fenomeni, tra cui,
    appunto, l'apparizione di luci e la materializzazione di oggetti fluttuanti. Carlotta, che aveva iniziato a parlare di tre presenze minacciose e non più una (secondo altre versioni la donna riusciva a intravedere l'entità principale che aveva tratti orientali e per questo detta: “Fu Manchi”), e mostrava lividi su tutto il corpo e il figlio sedicenne riportò fratture a un braccio dopo un tentativo di aiuto durante un attacco. Sebbene Gaynor vide le escoriazioni e le fratture, non fu mai testimone dell'attacco e non fu mai in grado di vedere l'entità in una forma solida, anche se le luci una volta sembrarono mostrare una testa. Carlotta Moran abbandonò la casa, ma disse che l'entità l'aveva seguita (secondo altre versioni fu rinchiusa in manicomio dove pare continuò ad avere altri attacchi). Secondo Sneiderman invece la donna soffriva di turbe psichiche a sfondo sessuale e le ferite sul corpo erano di origine psicosomatica. Gli attacchi sarebbero cessati di colpo dopo due anni. Pare che qualche anno dopo una donna che diceva di essere la Moran, fu ospite in una trasmissione dedicata ai fantasmi. Secondo altri la vera Moran sarebbe deceduta qualche anno fa a causa di una grave malattia. Non si è mai avuta la certezza di come si siano svolti i fatti e se tutta la storia fosse un'invenzione.

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