Chi era jack lo squartatore?

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    La storia del killer delle prostitute
    Jack lo squartatore
    Terrore per le strade di Londra. Un mistero la sua identità



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    Fra i tanti casi di omicidi seriali forse la storia di Jack lo squartatore è quella che più di tutte ha suscitato un interesse mondiale. Il mistero che avvolge questo personaggio di cui Scotland Yard conserva ancora i documenti delle indagini, lo ha reso un mito, l'emblema supremo di tutti i serial killer moderni. Le ipotesi sono diverse e ancora oggi la vicenda offre spunti per libri e film. Ecco alcune delle più recenti interpretazioni della storia che ha atterrito Londra sul finire del diciannovesimo secolo.

    Jack l'archeologo (ipotesi Andrews-Slemen, 2001)

    Ipotesi formulata il 18 giugno 2001 dal criminologo Keith Andrews e dallo scrittore di romanzi noir Tom Slemen.
    Stando alle loro indagini, il serial killer sarebbe Claude Regnier Conder, colonnello raffinato e intellettuale, abile con le armi, noto archeologo e assiduo frequentatore dei "salotti bene" di Londra. Dopo essere stato alle dipendenze di sir Charles Warren durante le sue spedizioni in Medio Oriente, tornato in Gran Bretagna si sarebbe innamorato della prostituta Mary Kelly, pur essendo sposato con la figlia di un generale da cui avrebbe avuto due bambini. La paura che questa relazione scabrosa facesse scoppiare uno scandalo sarebbe il movente degli omicidi. Infatti, sembra che la seconda vittima di Jack lo Squartatore, Annie Chapman, ricattasse Conder il quale la teneva tranquilla regalandole oggetti antichi recuperati nel corso delle spedizioni. Tutte le donne massacrate - cinque prostitute - sarebbero state legate, in un modo o nell'altro, a questo amore travagliato. La stessa Mary Kelly, l'ultima assassinata, sarebbe stata schiacciata dal "peso" di questo amore. Il folle avrebbe voluto disperatamente il suo cuore. Letteralmente.

    Nel 1888, anno degli omicidi seriali, Warren è capo della polizia londinese. E' proprio lui a far cancellare la scritta lasciata da Jack lo Squartatore dopo l'omicidio di Katherine Eddowes, la quarta vittima. Forse, sostengono i due "pseudo-investigatori", l'ordine è stato dato per non permettere perizie calligrafiche e salvare Conder.

    Ma Andrews e Slemen avrebbero scoperto anche che i strani segni incisi sul volto della stessa vittima sarebbero lettere dell'alfabeto moabita - il popolo stanziato lungo la riva sinistra del Giordano fino all'arrivo degli ebrei - e non tratti senza senso. I simboli comporrebbero un messaggio crittografico diretto a Warren, unico amico dello psicopatico nonché custode del suo terribile segreto.

    La storia di questo omicida si svolge quindi nella Londra vittoriana, nel degradato e misero sobborgo dell'East End nella parte orientale della città. Qui vive la popolazione più povera di Londra. Le strade sono sporche, chiassose, fumose. Lungo i marciapiedi tra i rifiuti e i topi dormono i senza tetto; bambini chiedono elemosina e le prostitute vendono il loro corpo per qualche scellino. Nell'estate del 1888 queste strade diventano perciò il teatro dei terribili omicidi.

    Nel mirino del killer ci sono sempre le prostitute. La prima, Mary Ann Nicholls, viene trovata morta sgozzata la mattina del 31 agosto 1888. Passano sette giorni e il killer colpisce ancora. Questa volta tocca ad Annie Chapman detta Annie la Bruna anche lei prostituta e anche lei sgozzata e sventrata (da qui il nome Jack lo squartatore). Ai piedi del cadavere il killer lascia ordinatamente i pochi gioielli della donna uccisa. Il terrore dilaga. La polizia arresta dozzine di innocenti ma è tutto inutile, Jack lo Squartatore non lascia alcuna traccia.

    Nella notte del 30 settembre, il killer compie un duplice omicidio: a cadere nella ragnatela del mostro sono Liz Stride detta La Lungagnona e Kate Eddowes. I corpi delle due donne sono talmente sfigurati che la polizia dovrà faticare per risalire alle loro identità. Questa volta il killer lascia un indizio. La scritta in gesso su una porta accanto ai corpi delle vittime fatta cancellare da Warren. Si legge: "Gli ebrei non sono uomini da farsi biasimare per niente". Forse Jack lo squartatore è un ebreo in cerca di vendetta?

    Pochi giorni dopo arriva il quinto delitto: Mary Kelly il cui corpo straziato è ritrovato nella sua stanza. Questo è l'ultimo omicidio commesso. Niente tracce. Contrariamente a quanto affermano oggi Andrews e Slemen, dell'omicida si suppone solo una certa preparazione medica visto la precisione e la cura con la quale effettua gli sfregi sulle vittime.

    I sospetti della polizia cadono su tre uomini: Michael Ostrog, un medico russo, Kosmanski, un ebreo polacco e John Druitt un legale inglese. Dopo mesi di indagini la polizia si concentra sempre più proprio su Druitt. Ma Scotland Yard non ha il tempo di verificare la colpevolezza dell'uomo: il 31 dicembre del 1888 il suo corpo viene infatti ripescato dalle acque del Tamigi. Druitt è solo il primo di una lunga catena di sospetti, che vanno da personaggi loschi, frequentatori della Londra dell'East End, a membri della famiglia reale.

    "Jack" Tumblety (ipotesi Evans, 1996)

    La storia di Jack lo squartatore rimane archiviata negli uffici di Scotland Yard fino al 1996 quando viene alla luce un altro nome sospetto, quello di Francis Tumblety. A diffondere la notizia è il giornalista inglese Stewart Evans il quale fa riferimento ad una lettera ritrovata dal Capo ispettore John Littlechild nel 1913 e nella quale viene citato Tumblety. Le ricerche proseguono e alla fine la polizia conclude che Jack lo Squartatore è con molte probabilità il sospettato, ma senza prove certe. Tumblety aveva affittato una casa nella zona Est di Londra durante il 1888, aveva frequentato corsi di medicina ed era dunque pratico di operazioni. In più, aveva un hobby alquanto particolare: collezionare uteri. Di lui si è anche scoperto che nutriva un odio profondo verso le donne e in particolare verso le prostitute. Inoltre dopo la sua fuga dall'Inghilterra in Italia nel novembre del 1888, non ci furono altri omicidi di questo genere.

    Jack il pittore (ipotesi Cornwell, 2001)

    E' la scrittrice di gialli Patricia Cornwell a fornire questa nuova chiave di lettura. Dopo lunghe indagini l'autrice americana ha annunciato di essere sicura al cento per cento, che Jack era il noto pittore inglese Walter Sickert, uno dei più importanti pittori britannici.

    Per giungere a questa ipotesi, la scrittrice ha speso oltre 4 miliardi. Ma la sua rivelazione in Gran Bretagna è stata accolta con molto scetticismo. Anzi, è stata accusata di essersi comportata in "modo mostruosamente stupido". Sickert è stato legato alla vicenda degli omicidi delle cinque prostitute - uccise tra il 31 agosto e l'8 novembre 1888 nell'East end di Londra -, ma solo come involontario complice in una cospirazione massonica che intendeva proteggere il duca di Clarence, dissoluto nipote della regina Vittoria impazzito per la sifilide e considerato dagli esperti il vero Jack lo squartatore.

    La fantasia della giallista è stata attivata da due quadri, dipinti da Sickert fra il 1908 e il 1909. In uno, intitolato Omicidio a Camden Town, sono dipinti una donna nuda sul letto ed un uomo seduto accanto a lei. Secondo la scrittrice, la donna ha la stessa posa che aveva il cadavere di una delle cinque vittime di Jack, quando fu trovato dalla polizia. Nel secondo quadro è rappresentato il volto di donna sfregiato. In questo caso, secondo la Cornwell la donna ha le stesse ferite che l'assassino inflisse ad un'altra delle sue vittime.

    Per arrivare a queste conclusioni, la scrittrice ha comprato 31 quadri di Sickert, la sua scrivania ed un numero imprecisato di lettere. Alla ricerca di qualche impronta genetica che legasse il pittore al famoso assassino, ha fatto perfino a pezzi uno dei quadri. Da questo atto "vandalico", si è scatenata la polemica con i mercanti che le hanno venduto le opere. "Tutti sanno che queste voci su Sickert sono una sciocchezza. Distruggere un quadro del genere è assurdo", ha detto uno di loro.

    Jack il massone (dal film La veria storia di Jack lo squartatore, 2001)

    La regia è dei fratelli Hughes, il protagonista è Johnny Depp. La sceneggiatura si ispira a una serie a fumetti di Eddie Campbell.

    Due le novità di rilievo rispetto alle altre ipotesi. Primo, l'identità e il movente del killer. Secondo, la fine di Mary Kelly.

    Nei bassifondi di una Londra fumosa e grigia è Sir William Gull (interpretato dall'attore Ian Holm), medico della casa reale, a uccidere cinque prostitute. Gull è anche membro della Massoneria inglese, da sempre legata indissolubilmente alla monarchia.

    Il principe ereditario alla Corona ha una relazione con una prostituta. La sposa in segreto. Si oppone la Regina che riporta di forza l'erede a Palazzo reale e fa lobotomizzare la giovane moglie. Le uniche testimoni dell'accaduto sono appunto le cinque prostitute.

    Intanto la sifilide sta uccidendo il giovane. Sir Gull per coprire lo scandalo che deriverebbe dalla notizia e assecondando il volere della sovrana mette in atto il suo piano ed elimina le testimoni.

    Non riesce però ad uccidere Mary Kelly che fugge appena in tempo con l'aiuto dell'investigatore Abberline (nel film Johnny Depp), innamorato di lei. Al suo posto massacra una giovane francese, per caso nella stanza della Kelly.

    La storia di Jack lo Squartatore rimane comunque avvolta nel mistero più fitto ed è probabile che tutte le domande resteranno senza risposta e il colpevole non sarà mai individuato.


    Grandinotizie.it/9 gennaio 2002


    Jack lo Squartatore era una donna
    Lo rivela l'esame del Dna
    Il codice genetico letto grazie a una nuova metodologia

    Jack lo Squartatore era una donna
    Lo rivela l'esame del Dna


    LONDRA - Jack lo Squartatore potrebbe essere stato una donna. La clamorosa rivelazione è avvalorata dalle analisi del Dna contenuto nei resti di saliva ancora presenti dietro i francobolli delle lettere che il serial killer inviò a Scotland Yard.

    Lo studio del Dna di Jack lo Squartatore a 118 anni dai fatti è stato reso possibile da una nuova metodologia messa a punto dall'Università di Brisbane. Il nome datole dagli scienziati è Cell-Track ID, e permette di amplificare le tracce del Dna residuo su documenti vecchi oltre un secolo per centinaia di volte, riportandolo ad un apprezzabile livello di leggibilità.

    Un processo applicato a quegli esigui resti di saliva rilevati sulle affrancature delle lettere (molto poche, su un totale di oltre 600 opera di sciacalli e mitomani) usate dall'assassino per sfidare la polizia.

    Ai medici legali di Brisbane è bastata una sola cellula per stabilire una serie di punti fermi sull'identità dello Squartatore, laddove anche le tecnologie in possesso dell'Fbi hanno bisogno di un campione 200 volte superiore.

    Ian Findlay, il responsabile dell'equipe, ha spiegato all'Independent: "La prova assoluta dell'identità di Jack lo Squartatore ancora manca, perchè anche se è possibile risalire al sesso dell'individuo, non ci è possibile trovare un nome certo".

    Dunque, niente nomi anche se, a questo punto, Jack lo Squartatore potrebbe addirittura essere quella Mary Parcey che, tempo dopo il quinto ed ultimo delitto del mostro dell'East End, uccise con modalità similiari la moglie dell'amante per finire a sua volta sulla forca.

    (13 giugno 2006)


    http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/e...quartatore.html
     
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