Le apparizioni di Veronica Cybo

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    Le apparizioni di Veronica Cybo



    Quella che qui vi proponiamo é una vicenda documentata fin nei minimi dettagli.
    Un'approfondita ricerca storica intrapresa dalla nostra collaboratrice ha permesso di far luce su questa amara vicenda che vide coinvolti diversi personaggi.
    Un delitto in cui trasgressione, odio e gelosia si mischiarono a tal punto da lasciare profonde tracce negli ambienti in cui fu perpetrato.
    Una storia di molti secoli fa che, come spesso accade, conserva un'attualità sorprendente con un numero imprecisato di testimoni e fatti che tuttora rimangono inspiegabili.

    LA VICENDA: la storia che qui intendiamo approfondire riguarda un Fantasma che a detta di molti risiede in quella che un tempo era la Villa di S. Cerbone a Figline Valdarno e che oggi é l'ospedale Serristori.
    Appena si entra dal portone principale una lapide commemora la duchessa
    Veronica Cybo che, proprio qui, in quella che fu una delle sue ville, cercò pace per il suo spirito.
    Oggi il Fantasma c'é ancora e il personale dell'ospedale, e anche i
    pazienti, talvolta, lo hanno più volte avvertito.
    La storia si svolge nel 1600 a Firenze. Veronica, figlia del duca Carlo Cybo-Malaspina di Massa, sposò Jacopo Salviati, nobiluomo fiorentino e
    consigliere del Granduca Ferdinando II° di Toscana.
    Sicuramente saranno state nozze politiche perché all'epoca i Cybo controllavano con pesanti tasse l'accesso a nord del Granducato, proprio sulla via francigena.
    Del Salviati sappiamo che era molto vicino alla famiglia Dè Medici perché a più riprese, nel corso dei tempi, le due casate toscane finirono per imparentarsi.
    La famiglia Cybo annoverava anche un papa nel loro albero genealogico e questo la dice lunga su quanto potente risuonasse negli ambienti fiorentini tale cognome.
    Veronica Cybo era una gran dama e Jacopo Salviati fece abbellire la sua villa fuori Firenze da Michelozzo proprio in occasione di questo matrimonio.

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    La famiglia Cybo possedeva una villa vicino a Villa Salviati che oggi si chiama
    Villa La Loggia.
    Tuttavia la coppia si stabilì nel palazzo cittadino in via del Corso dove oggi si trova la sede della Banca Toscana.
    Jacopo era un uomo bello, potente e vanitoso. Amava frequentare certi luoghi detti "buche" e intitolati a vari santi, che erano praticamente dei club per soli uomini all'inglese, e vicino a questa specie di osterie epocali si trovavano sempre dei luoghi dove certe dame intrattenevano i loro ospiti facendo "pratiche amorose" come venivano chiamate allora.
    Il 1600 era il secolo d'oro delle cortigiane e anche a Firenze ce ne erano,
    come pure c'erano le ruffiane che procuravano belle donne per la corte del
    Granduca e per i gentiluomini in vista, frequentatori di buche.
    Caterina Brogi aveva una casa collocata in quella che oggi sarebbe Via dei
    Pilastri, vicino ad una buca in Borgo Pinti che frequentava Jacopo Salviati.

    (In questo palazzo del centro fiorentino viveva Veronica Cybo tratto da:
    "Le Strade di Firenze" di Bargellini e Guarnieri, ed. Bonechi).

    Caterina aveva 20 anni ed era molto bella, si sposò con il vecchio settantenne Canacci che era ritenuto uno degli uomini più brutti e puzzolenti di Firenze.
    Tuttavia questo matrimonio non le impedì di frequentare altri uomini, pur essendo il marito piuttosto ricco.
    Ad un vicino mercato, all'arco di San Piero, Caterina volle sfidare la duchessa Veronica rammentandole gli incontri che aveva con il di lei marito.
    La duchessa la minacciò ma la giovane donna continuò ad insistere a più riprese con questo smotteggiarla.
    La notte di Capodanno tra il 1633 e il 1634 il figlio maggiore del Canacci, Bartolomeo, suonò alla casa di Caterina e, apertogli, fece entrare due sicari provenienti da Massa che fecero scempio della giovane e della sua fantesca.
    Il giorno dopo i pezzi dei cadaveri delle due donne furono trovati sparsi per tutta Firenze.
    La testa di Caterina finì nel paniere delle biancherie di Jacopo il quale, inorridito, si rivolse direttamente al Granduca.
    Quest'ultimo, dopo un lungo interrogatorio con relativa tortura a tutti i componenti della famiglia Canacci, fece giustiziare Bartolomeo e esiliò Veronica la quale si rifugiò nella
    Villa di S.Cerbone a Figline Valdarno (dove, appunto, si manifesta il suo Fantasma).
    Queste vicende furono riportate da una specie di cronista che le pubblicò 30
    anni più tardi sbagliando le date da 1634 a 1638, il Conte Morbio.
    In epoca ottocentesca Domenico Maria Guerrazzi ne fece un romanzo tragico, un feuilleton che a quei tempi andava molto di moda.
    Jacopo Salviati, a causa dei litigi che aveva con la moglie per via della gelosia di lei, stava soprattutto nella villa fuori porta piuttosto che a palazzo Salviati, e non risulta che Caterina Canacci si recasse nella villa.
    In seguito Veronica ritornò da suo padre a Massa dove morì 86enne e fu sepolta nel duomo di Massa dove c'é tuttora la sua tomba, considerata per molti anni luogo di preghiera a causa della grande religiosità della duchessa che non ebbe mai più storie d'amore con alcuno.
    Perché dunque Veronica si trova anocora all'ospedale Serristori di Figline?

    ALCUNI ANEDDOTI E QUALCHE VALIDA TESTIMONIANZA: si potrebbero raccontare molti aneddoti sui contatti che Fantasma di Veronica é riuscita a stabilire nel corso del tempo.
    Pare che qualcuno sia riuscito a comunicare con lei e che Veronica abbia fornito una sua versione del delitto: lo spettro della dama avrebbe affermato che si trattò di un intrigo politico che fece leva sulla sua gelosia. Fu lei a chiedere l'intervento dei sicari ma secondo le sue intenzioni il marito non avrebbe dovuto sapere nulla.
    I dialoghi con Veronica si fanno pure più curiosi: chi ha avuto modo di comunicare con lei racconta che la dama non apprezza la biancheria rossa che si regala a Capodanno: a detta dello spettro porterebbe male perché ricorda i pizzi arrossati dal sangue della sua rivale.
    Di solito il Fantasma si manifesta più volentieri durante i mesi estivi e
    subito dopo Natale nell'ala dell'ospedale dove ci sono gli uffici
    amministrativi.
    La persona che ci ha voluto segnalare il caso afferma di aver "sentito" Veronica con i suoi rumorini, gli olezzi strani e le folate di freddo che accompagnano la sua presenza.
    Nel 2000 in una stanza posta nei locali dell'amministrazione dell'ospedale, lasciò le impronte delle sue scarpette su tutti i muri appena imbiancati della stanza.
    La stanza era stata chiusa a chiave la sera prima e la mattina dopo
    l'imbianchino si arrabbiò moltissimo!
    Tra le varie testimonianze troviamo pure quella di un infermiere: costui affermò di essere stato preso per la giacca da lei nel reparto in cui si trovano le sale operatorie.
    Ci fu poi un episodio particolare: Un padre stava aspettando l'esito dell'operazione del figlioletto ferito in un incidente davanti alla sala
    operatoria.
    L'infermiere ed il professore che operarono il figlio uscirono per rassicurarlo e l'uomo rispose che era già venuta una strana infermiera con un camicione bianco lungo fino ai piedi per dirgli che il figlio stava bene.
    L' "infermiera" però aveva dei grandi capelli scuri sciolti sulle spalle e lui si lamentò che, almeno nelle sale operatorie, le infermiere avrebbero dovuto portare la cuffia.
    L'infermiere disse che forse si trattava di Veronica e cercò di allontanarsi da lì ma nel corridoio se la trovò davanti che voleva trattenerlo per la giacca, lui era troppo spaventato per cercare di ragionare.

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    L'immagine del pozzo, sempre relativa al cortile principale, ritrae una
    scalinata dalla quale il Fantasma di Veronica scende per recarsi nella zona
    antistante alle sale operatorie dell' ospedale.
    Quella scalinata conduce alla zona più vecchia del palazzo dove oggi ci sono gli uffici amministrativi e le stanze dei medici di guardia. In tali stanze si può stare solo di giorno perché le notte sono il teatro delle agitazioni di Veronica.


    Recentemente, dati i ripetuti eventi insoliti, tutti i possibili luoghi di accesso sono stati chiusi eccezione fatta per la gradinata che conduce
    ai piani vecchi, dai quali sbucava il Fantasma (fatto alquanto bizzarro!).
    Ancora: colui che ci ha fornito tutte queste indicazioni di prima mano fu a sua volta un paziente di questo ospedale ed ebbe modo di sentir parlare per la prima volta parlare di Veronica dalle infermiere: fu proprio così che costui si appassionò al caso e cominciò una serrata ricerca sia tra gli archivi storici della città, sia tra quelle mura (raccogliendo numerose testimonianze).
    Pare che i fenomeni in questione abbiano cominciato a manifestarsi subito dopo la morte della Cybo, verso la fine del secoloXVII.
    La cosa impressionante (ed assai rara, casisticamente parlando) é costituita dal fatto che numerosi sarebbero stati i contatti verbali con questo spettro: sia da parte del personale infermieristico, sia da parte di quello amministrativo ma, soprattutto, da parte dei medici e dei primari che ci hanno lavorato.


    A lato: la lapide che commemora la vicenda posta all'ingresso dell' atrio
    del cortile principale.


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    Tuttavia, la presenza di Veronica non desta quasi più alcuna sorpresa per chi lavora in quell'ospedale: é una "presenza" più che nota al punto tale che tuttora si convive coi "rumorini" della Veronica.
    Gli abitanti di Figline, soprattutto gli anziani, la conoscono benissimo: in questo paese tutti conoscono le vicende che videro come protagonista questa dama.

    fonte: http://www.fantasmitalia.it/veronica.htm
     
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