Meditazione

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    Imparare a meditare nel qui ed ora (Sauro Tronconi)



    Meditazione non è concentrazione.

    Meditare significa espandere, ed è l'esatto contrario di concentrazione. Questa confusione genera un grande fraintendimento e per l'uomo comune meditazione e concentrazione sono quasi sinonimi. Tutte le tecniche che portano ad una concentrazione più profonda contribuiscono a renderci sempre più chiusi.

    Concentrandoci su qualcosa escludiamo l'interezza dell'esistenza, creando sempre più divisione e, restringendo sempre più la nostra consapevolezza il risultato sarà provocare forti tensioni dentro di noi. L'utilità della concentrazione è limitata al lavoro scientifico dove incanalare tutta la nostra attenzione verso un problema può escludere tutto il resto e quindi rendere più veloce i tempi della soluzione. Il meditatore non è un uomo di concentrazione, è un uomo di consapevolezza che mira ad espandere la propria coscienza, non a restringerla.

    L'espansione della coscienza ci permette di essere consapevoli contemporaneamente a più livelli, ma questo non esclude la capacità di concentrarsi quando questo è necessario per risolvere un problema. Il Ricercatore che sperimenta la meditazione si disidentifica dalla mente e dal corpo imparando ad osservarli. Questo distacco permette un utilizzo migliore delle nostre potenzialità e soprattutto un immediato allentarsi di quelle tensioni che la mente, immersa e identificata con se stessa, attraverso il continuo sommarsi di pensieri, emozioni e desideri, produce.

    Molti sono i luoghi comuni legati alla Meditazione. Non occorre assumere atteggiamenti straordinari o andare in solitudine in cima all'Himalaya; la Meditazione è qualcosa di semplice che deve accadere durante la vita di tutti i giorni, perché è legata all'osservazione, all'attenzione e alla rimembranza di sé. Vi sono migliaia di tecniche di Meditazione che appartengono alla storia dell'evoluzione. L'uomo nel corso dei millenni ha radicalmente cambiato la propria esistenza ed è ovvio che una tecnica che era perfettamente adatta ad un ricercatore dei tempi di Buddha non lo è più per l'uomo contemporaneo. Certo il fine è sempre il raggiungimento di uno stato meditativo, ma la tecnica deve necessariamente essere diversa.

    Ogni tempo ha creato nell'uomo una mente diversa, ed i grandi Maestri del passato lavoravano ognuno sul loro presente, a volte addirittura variando o creando tecniche adatte solo ad un determinato individuo. Non credo ai prodigiosi effetti procurati dalle tecniche di massa, o da quelle tramandate da millenni: ogni individuo è unico e straordinario, e vive in un preciso momento storico. Il ricercatore non può assolutamente prescindere da questo. All'inizio di una pratica di meditazione si deve avere un po' di pazienza, poiché occorre ritrovare un linguaggio profondo che ci permetta di riunirci alla nostra interiorità e osservare i nostri automatismi, i nostri stati di trance quotidiani. In seguito, quando la comprensione esperienziale comincia a farsi strada nella nostra coscienza e la consapevolezza ed il rilassamento compaiono, non ci si perde più e si diventa Maestri di se stessi, uomini liberi.

    Credo che sarebbe opportuno insegnare a meditare nelle scuole e ancora prima, quando il bimbo inizia a parlare e a comunicare, usando tecniche che uniscano il gioco alla meditazione: questo porterebbe ad un salto di qualità straordinario nella consapevolezza di questo pianeta. La meditazione e la progressiva consapevolezza ci portano nell'immediato ad essere felici, padroni della nostra vita, in armonia con noi stessi, con gli altri e con ciò che ci circonda.

    Penso che noi occidentali, in questo preciso momento, dobbiamo elaborare metodi innovativi di Meditazione, perché mai come in questo momento storico la mente ci costringe in uno stato di forte condizionamento. L'orientamento del mio lavoro negli ultimi quindici anni è stato proprio quello di ricercare nuove e appropriate tecniche ed i risultati sono stati degni di nota. Ho potuto riscontrare un aumento dello stato di attenzione generale, un'osservazione diversa del proprio corpo nell'ottica della prevenzione, un forte calo dello stato di stress, una maggiore capacità di risolvere i problemi quotidiani, una partecipazione più intensa e positiva all'esistenza. Ma soprattutto quello che ho notato in tantissimi individui è stato un innalzamento nella qualità della propria vita ed una presa di responsabilità individuale.

    Per iniziare ad entrare nella meditazione si può utilizzare questa semplice tecnica preparata per adattarsi perfettamente a noi occidentali; è molto semplice ed agisce contemporaneamente a più livelli di consapevolezza, portando lo sperimentatore ad uscire senza sforzo dall'automatismo quotidiano. E' opportuno perseverare, in maniera rilassata, nell'applicazione di questa tecnica che deve essere praticata durante le attività quotidiane per 5 minuti al giorno. La consapevolezza si accumula, così anche un tempo limitato è sufficiente ad ottenere risultati apprezzabili. All'inizio l'applicazione della tecnica potrà sembrare complicata, ma in seguito si rivelerà assolutamente naturale. L'importante è non scoraggiarsi, la costanza nell'applicazione è fondamentale. Ho chiamato questa tecnica "I quattro livelli di consapevolezza" poiché procede, appunto, con quattro livelli contemporanei di attenzione. Inizialmente il ricercatore cadrà automaticamente nella inveterata abitudine mentale alla concentrazione: non c'è da preoccuparsene, è sufficiente non dare energia ad un conflitto con la mente ma procedere con la tecnica: questa porterà gradualmente in uno spazio di attenzione consapevole.

    Per avere un effetto rapido e incisivo questo metodo va inserito nella vita di tutti i giorni, non occorre cambiare ciò che si fa abitualmente. Non è importante la cosa in sé, ma la qualità con cui questa cosa viene fatta.

    1° livello ATTENZIONE ALLA MACCHINA CORPO

    Iniziate, quando siete soli, a rallentare per pochi minuti tutti i vostri movimenti automatici, dando un'attenzione totale al corpo, ad ogni suo più piccolo movimento. Osservate la vostra mano che si muove, le articolazioni delle dita: anche un fatto automatico come il camminare acquista una dimensione diversa. Fate quindi i vostri movimenti abituali al rallentatore, cambiate il tempo. Osserverete che cambiando il tempo del vostro corpo cambia anche quello della mente e delle emozioni. Il tempo è una chiave molto importante per uscire dall'automatismo. Quando iniziate a sperimentare fatelo mentre siete soli; dopo pochi giorni vi consiglio di provare in mezzo agli altri, senza rallentare i movimenti, ma cercando di mantenere l'attenzione sulla "macchina corpo" nelle attività normali.

    2° livello ATTENZIONE ALLE PRINCIPALI TENSIONI

    Sprechiamo tantissime energie lasciando che il corpo mantenga automaticamente delle tensioni nel nostro fisico. Il nostro inconscio è come una spugna che assorbe tutto e ciò che assorbiamo spesso si accumula e trasforma, anche fisicamente, il nostro corpo. Dando attenzione, e quindi avendo coscienza di questi blocchi ne alteriamo l'automatismo. Iniziate anche qui in solitudine. Stendetevi e portate l'attenzione alla bocca, lasciate che si socchiuda ed osservate il vostro respiro senza alterarlo immaginando che scenda nella pancia. Rilassate la pancia. Scendete con l'attenzione alla zona pelvica e lasciate che il pavimento pelvico si abbassi, rilassate il sedere. Risalite con l'attenzione lungo la schiena soffermandovi sulla zona lombo-sacrale sino ad arrivare alle spalle ed all'attaccatura con il collo, date a questi punti il permesso di rilassarsi. Dovete comprendere che la cosa importante non è il rilassamento ma l'attenzione a questi punti. Quando vi sentite pronti iniziate a sperimentare questo livello di attenzione mentre svolgete le vostre attività quotidiane.

    3° livello ATTENZIONE SENSORIALE A 360°

    Questo è il livello che dà più risultati in breve tempo e che ci fa comprendere quanto sia limitata la nostra attenzione, e come siamo automatici nel meccanismo mentale della concentrazione (concentrazione oltretutto improduttiva). Si può applicare a tutti e cinque i sensi, vi consiglio all'inizio di usare quello della vista. Anche per questa tecnica è meglio iniziare a sperimentare da soli, si può fare nel proprio spazio privato, ma se siete all'aperto i risultati sono migliori. Tenete gli occhi aperti, in continuo movimento, impedendo così alla mente di soffermarsi sui particolari, cercate di mantenere una visione di insieme in trasformazione continua. Potete muovere anche la testa per ampliare il campo visivo, lasciate che le cose entrino dentro di voi, espandetevi . Inizialmente questo cambio veloce vi darà l'impressione di non mettere a fuoco ciò che vedete, di aumentare la confusione, ma poi sperimenterete un aumento percettivo notevole. Inizierete ad osservare il meccanismo dello stato di trance, gli occhi si fissano su un oggetto e voi perdete tutto il resto, nell'osservazione a 360° dovete coscientemente osservare ed impedire questo meccanismo. Appena vi sentite pronti iniziate a sperimentare l'attenzione visiva in mezzo agli altri, nelle attività quotidiane, in breve comincerete a fare piccole ma interessanti scoperte.

    4° livello IL TESTIMONE

    Siedi e osserva. L'osservazione è la base di moltissimi metodi orientali ad esempio nel Taoismo il tempio viene chiamato "Kuan" (luogo di osservazione) e l'essere umano è considerato un tempio. Un pensiero Zen dice: "Nell'istante in cui parli di una cosa essa ti sfugge". Questa parte della tecnica è, per noi occidentali totalmente immersi e identificati nel processo mentale, decisamente la più difficile da applicare. Diviene estremamente semplice se usiamo quello che abbiamo a disposizione: il nostro immaginario. Sedetevi, chiudete gli occhi ed iniziate a giocare con il vostro fantastico. Inizialmente vi servirete della mente come trampolino, per creare un punto di osservazione diverso ed iniziare ad essere Testimone. Immaginate di stare a sedere su una montagna o una scogliera a guardare lo spazio dinanzi a voi e visualizzate i pensieri, tutto quello che si forma nella mente, come nuvole o gabbiani che ci scorrono davanti. Tutto può passare in questo cielo interiore: i rumori esterni, il corpo che si muove, la respirazione, le emozioni, il piacere, il dolore. Non desistete se vi sembrerà di non riuscire, i risultati non tarderanno. Anche per questo livello quando vi sentite pronti uscite fuori cercando di mantenere l'attenzione sull'osservazione di quello che accade. Se avrete applicato costantemente i primi tre livelli in precedenza, vi accorgerete che il quarto accadrà quasi spontaneamente.

    Quando avrete sperimentato singolarmente tutti e quattro i livelli, cercate di applicarli in contemporanea; inizialmente non sarà immediato, accadrà a sprazzi o alternandosi, ma se vi rilassate diverrà in breve tempo naturale ed i risultati vi stupiranno. Cambierà la qualità della consapevolezza nella vostra vita. Il cambiamento vi stupirà.

    Questo tentativo di applicare i quattro livelli di consapevolezza contemporaneamente è la sincronia che porta inevitabilmente energia ad un centro coordinatore di lavoro su sé stessi, sviluppando e dando energia al testimone ed aumentando quello che Gurdjieff chiama il centro magnetico. Il primo livello, macchina-corpo, interviene sul centro motore istintivo, il secondo livello, allentare le principali tensioni, porta coscienza al centro emozionale istintivo, terzo livello attenzione visiva, porta coscienza al centro intellettuale istintivo. La sincronia permette di creare un centro super-partes cioè il quarto livello di consapevolezza, quello che gli orientali chiamano il Testimone e che attraverso pratiche, a volte complesse per noi occidentali, portano ad un livello di coscienza consapevole e allo sviluppo delle nostre facoltà superiori. Questo testimone, è il quarto livello ed è quello che state già facendo perché lo sforzo dei tre livelli, della sincronia dei tre livelli sta portando attenzione al quarto livello.

    Il quarto livello è il vostro sforzo di sincronizzare questi tre centri, centri che funzionano automaticamente nell'uomo inconsapevole producendo uno stato di confusione e di incapacità di gestire il proprio corpo-coscienza. Il corpo-coscienza è una macchina molto complessa che non conosciamo e non osserviamo nella maniera giusta, perché la nostra impostazione scientifica e razionale ci dà una visione molto grossolana della macchina corpo.

    Siamo degli esperti nell'osservazione dei meccanismi di regolazione della sintonia grossolana dell'organismo, ma ci sfugge il senso della vita. Che cos'è che fa vivere il corpo-coscienza? Che cos'è che, quando se ne va, fa diventare il nostro corpo un sacco vuoto senza possibilità di resuscitare? Nell'uomo automatico vi è una memoria che funziona come la matrice di un disco, ma purtroppo è molto labile, una memoria legata solamente agli stati di attrito, che sono gli unici che rimangono fortemente impressi nella memoria.

    Nell'uomo consapevole lo sforzo, l'attenzione contemporanea a tutto quello che ci sta intorno più quello che è dentro di noi, creano una matrice più profonda nella memoria. Un individuo che ha vissuto tutta la sua esistenza in maniera automatica, avrà dei ricordi coscienti per lo più legati a stati di attrito, e spesso anche questi pochi ricordi sono modificati dalla percezione in stato di trance. Anni e anni di vita sono scomparsi....mentre vivere con consapevolezza porta ad approfondire lo stato di percezione in maniera costante e continua, e soprattutto di esserci quando accadono le situazioni della nostra esistenza. Siamo qui, non da un'altra parte, siamo tutti qui e ora. Questo tempo, questo presente sta vivendo, in questo presente sta accadendo la vita. Questo presente è l'immortalità.

    Ci sono rimaste poche situazioni al mondo dove si fa veramente lavoro sulla coscienza. Pochi posti dove si lavora semplicemente sul risveglio. L'uomo risvegliato è pericoloso, estremamente pericoloso. E' un uomo che si muove, esiste, non è facilmente condizionabile, agisce, non reagisce. L'uomo meccanico ha una visione talmente limitata della realtà, l'uomo meccanico è talmente triste e condizionabile. E si possono osservare questi uomini, camminando per la strada, seguire ottusamente tutti i condizionamenti più o meno occulti della nostra epoca. Li si può vedere nel loro fraintendimento. Non sono nel presente. Hanno un disperato bisogno d'amore ma non riescono e non possono provarlo perché non sono mai nel punto giusto quando accade. Pensano continuamente al passato per fare progetti per il futuro. Un lavorio continuo della mente che non permette loro di essere mai nel presente.

    Da: http://www.espande.it/Sauro/branitibetan.html#imparare
     
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