H.P. Lovecraft parte 2

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Esperto

    Group
    Administrator
    Posts
    5,206
    Location
    Sassari

    Status
    Offline
    Pessimismo comico

    image

    Strettamente legato al tema precedente è il pessimismo cupo e angoscioso che permea tutta l'opera di Lovecraft. Nella sua concezione - definita cosmicismo - gli esseri umani sono, nella scacchiera dell'universo, pedine insignificanti sovrastate da potenze sconosciute e terribili. Lovecraft sdegnò in modo pressoché sistematico ogni forma di happy ending; non a caso, nelle sue storie i protagonisti sono spesso antieroi che vanno incontro ad una fine tragica o appaiono solo come spettatori di vicende terrificanti, il cui esito non sono assolutamente in grado di modificare.

    Nel documentario The Eldritch Influence: The Life, Vision and Phenomenon of H.P. Lovecraft [18], l'autore Neil Gaiman osserva come Lovecraft abbia concepito un universo terribilmente inospitale, nel quale gli esseri umani sono "spacciati".

    Solitamente nella narrativa horror - continua Gaiman - i protagonisti commettono degli errori, fanno la scelta sbagliata, ed è questo a portarli alla rovina; in Lovecraft, invece, "sei fregato in ogni caso" [19].

    Minacce alla civiltà [modifica]

    Lovecraft spesso affronta l'idea della civiltà che combatte con elementi barbarici e primitivi. In qualche racconto questa lotta si manifesta a livello individuale; molti dei suoi protagonisti sono uomini acculturati, di istruzione elevata, che vengono progressivamente corrotti da influenze malvagie.

    In questi racconti la "maledizione" è spesso ereditaria, sia a causa di ibridazioni con creature non-umane (La verità sul defunto Arthur Germyn e la sua famiglia (1920), L'ombra su Innsmouth (1931) o attraverso un'influenza magica diretta (Il Caso di Charles Dexter Ward). Il degrado fisico spesso si accompagna al degrado psicologico; quest'attenzione al tema del "sangue corrotto" potrebbe essere stata influenzata dalla storia familiare di Lovecraft[20]; si ricordi che il padre dello scrittore morì di sifilide.

    In altri racconti un'intera società è minacciata dalla barbarie che qualche volta si manifesta come minaccia esterna con una razza civilizzata distrutta in una guerra (La Stella polare). Altre volte un isolato avamposto dell'umanità cade nella decadenza e nell'atavismo senza interventi esterni (La Paura in agguato). Più spesso i racconti descrivono una civiltà che viene gradualmente minata alle sue basi da una malevola classe inferiore influenzata da esseri inumani.


    Minacce alla civiltà [modifica]

    Lovecraft spesso affronta l'idea della civiltà che combatte con elementi barbarici e primitivi. In qualche racconto questa lotta si manifesta a livello individuale; molti dei suoi protagonisti sono uomini acculturati, di istruzione elevata, che vengono progressivamente corrotti da influenze malvagie.

    In questi racconti la "maledizione" è spesso ereditaria, sia a causa di ibridazioni con creature non-umane (La verità sul defunto Arthur Germyn e la sua famiglia (1920), L'ombra su Innsmouth (1931) o attraverso un'influenza magica diretta (Il Caso di Charles Dexter Ward). Il degrado fisico spesso si accompagna al degrado psicologico; quest'attenzione al tema del "sangue corrotto" potrebbe essere stata influenzata dalla storia familiare di Lovecraft[20]; si ricordi che il padre dello scrittore morì di sifilide.

    In altri racconti un'intera società è minacciata dalla barbarie che qualche volta si manifesta come minaccia esterna con una razza civilizzata distrutta in una guerra (La Stella polare). Altre volte un isolato avamposto dell'umanità cade nella decadenza e nell'atavismo senza interventi esterni (La Paura in agguato). Più spesso i racconti descrivono una civiltà che viene gradualmente minata alle sue basi da una malevola classe inferiore influenzata da esseri inumani.

    Razzismo [modifica]

    Lovecraft spesso associa le caratteristiche di virtù, intelligenza, elevato status sociale, civiltà e razionalità agli Anglo-Sassoni, che pone in contrasto con la corruzione, l'inferiorità intellettuale, la mancanza di civiltà e l'irrazionalità che associa a personaggi che vengono caratterizzati come appartenenti ad una classe inferiore, razzialmente impuri, di etnia non europea e di pelle scura che spesso ricoprono il ruolo di antagonisti.

    Alcune delle più chiare posizioni razziste si possono riscontrare nelle sue opere poetiche, in particolare On the Creation of Niggers (Sulla Creazione dei negri) e New England Fallen (La Nuova Inghilterra caduta) (entrambe del 1912). In On the Creation of Niggers in particolare, Lovecraft porta il suo razzismo alle estreme conseguenze, caratterizzando esplicitamente le persone di colore come sub-umane:
    (EN)
    « When, long ago, the gods created Earth;

    In Jove's fair image Man was shaped at birth.
    The beasts for lesser parts were designed;
    Yet were too remote from humankind.
    To fill the gap, and join the rest of Man,
    Th'Olympian host conceiv'd a clever plan.
    A beast they wrought, in semi-human figure,
    Filled it with vice, and called the thing a Nigger. »
    (IT)
    « Quando, tempo fa, gli dei crearono la Terra;

    l'Uomo fu modellato alla nascita sulla bella immagine di Giove.
    le bestie furono progettate per le parti inferiori;
    ancora erano troppo lontane dall'umanità.
    per riempire la distanza, e ricongiungere il resto all'Uomo,
    gli ospiti dell'Olimpo architettarono un piano intelligente.
    scolpirono una bestia in figura semi-umana,
    riempirono di vizio la cosa e la chiamarono Negro. »
    (da On The Creation of Niggers, 1912)

    Ne Il richiamo di Cthulhu scrive di un gruppo di prigionieri "mezzosangue" adoratori di Cthulhu:
    « Tutti i prigionieri dimostrarono di essere uomini di tipo bassissimo, mezzosangue, e aberrati mentalmente. La maggior parte erano uomini di mare, e un piccolo numero di negri e mulatti, in larga parte provenienti dalle Indie Occidentali o Brava Portoghesi provenienti dalle isole di Capo Verde, davano un'impronta voodoo all'eterogeneo culto. Ma prima che venissero fatte molte domande divenne chiaro che c'era qualcosa di più profondo e antico di qualche feticismo negro. Degradate e ignoranti com'erano, le creature affermavano con sorprendente consistenza l'idea centrale della loro disgustosa fede. »


    Lovecraft espresse posizioni razziste anche nella sua corrispondenza privata[21]. In una lettera del 23 gennaio 1920, Lovecraft scrive:
    « Per l'uomo evoluto -- l'apice del processo organico sulla Terra -- quale campo di riflessione è più adeguato di quello che occupa solo le sue facoltà più alte ed esclusivamente umane? Il selvaggio primordiale o la scimmia si occupano soltanto di cercare una compagna nella loro foresta; l'ariano in quanto razza superiore dovrebbe alzare gli occhi ai mondi nello spazio e considerare la sua relazione con l'infinito!!!! »


    In Herbert West rianimatore, Lovecraft descrive un Afroamericano appena deceduto:
    « Era una cosa disgustosa simile ad un gorilla, con braccia così abnormalmente lunghe che non potei trattenermi dal chiamarle zampe, e un volto che richiamava pensieri di innominabili segreti del Congo e di battiti di tam-tam sotto una luna spettrale. Il corpo doveva avere un aspetto perfino peggiore in vita - ma al mondo ci sono molte cose brutte. »


    In Orrore a Red Hook, un personaggio viene descritto come "un arabo con un'odiosa bocca negroide". Ne L'abbraccio di Medusa, scritto da Lovecraft su commissione di Zealia Bishop e pubblicato come opera di quest'ultimo, l'antagonista, una medusa vampiro, viene descritta con queste parole:
    « Il suo carattere fondamentale era vagamente, sottilmente, anche se incontrovertibilmente, quello di discendente dei primissimi abbietti abitanti dello Zimbabwe.... Anche se in piccola parte, Marceline era una negra. »


    Ne Il caso di Charles Dexter Ward c'è una descrizione più benevola di una coppia di Afroamericani del New England: "Conosceva gli attuali abitanti negri, e gli venne molto cortesemente mostrato l'interno dal vecchio Asa e dalla robusta moglie Hannah." in contrasto con il padrone delle loro terre, descritto come apparentemente alieno: "una persona minuta dai lineamenti che ricordavano un roditore e un accento gutturale"

    Nel racconto I ratti nei muri uno dei nove gatti del narratore/protagonista si chiama Nigger-man (Negro).
    « Come ho già detto mi trasferii il 16 giugno 1923. La mia famiglia era costituita da sette servitori e nove gatti, specie quest'ultima della quale sono particolarmente appassionato. Il più vecchio dei miei gatti, Nigger-Man, Aveva sette anni ed era venuto con me dalla mia casa a Bolton, Massachusetts ... »


    L'io narrante di racconti come: La Strada, Herbert West rianimatore, Il richiamo di Cthulhu, L'ombra su Innsmouth, Orrore a Red Hook e molti altri, esprime sentimenti che possono essere definiti ostili verso gli ebrei. Lovecraft sposò una donna di famiglia ucraino-ebraica, Sonia Greene, che affermò di aver più volte ricordato allo scrittore le sue origini quando questi si lasciava andare a considerazioni antisemite. "Ogni volta che ci trovavamo in mezzo alla folla multietnica che caratterizza New York" scrisse la Greene dopo il divorzio da Lovecraft, "Howard diventava livido di rabbia. Sembrava quasi impazzito."[22]

    In qualche modo le idee di Lovecraft sulle razze riflettono un sentimento comune nella sua epoca; la segregazione razziale era sancita dalla legge nella gran parte degli Stati Uniti e in molti stati erano state emesse leggi eugenetiche, volte a proibire la "corruzione della razza" , cosa del resto comune anche in molte nazioni europee (con l'eccezione di quelle a maggioranza cattolica). Un movimento popolare negli anni 20 riuscì a ridurre drasticamente il flusso migratorio verso gli Stati Uniti, fino all'introduzione, nel 1924, dell'Immigration Act. Questo fu approvato dal Congresso anche sulla spinta delle opinioni di presunti esperti riguardo la minaccia che sarebbe potuta derivare, per la società americana, dall'ulteriore assimilazione di "razze inferiori" provenienti dall'Europa dell'Est e del Sud.

    Dichiaratamente anglofilo, Lovecraft considerava la cultura inglese come l'apice della civiltà, mentre guardava alla cultura statunitense come una sorta di derivazione inferiore di quella della madrepatria (si veda ad esempio la poesia An American to Mother England (Un Americano alla madre Inghilterra). L'amore per la storia e la cultura inglese è un tema ricorrente nell'opera di Lovecraft (il personaggio del Re Kuranes nel racconto Lo Sconosciuto Kadath ad esempio esprime nostalgia per l'Inghilterra)

    Le idee di Lovecraft sull'eugenetica vengono spesso estese ai suoi personaggi di razza bianca. L'autore mostra simpatia per i personaggi di razza caucasica e di cultura europea. L'io narrante di Aria fredda mostra disprezzo per gli ispanici di modesta estrazione sociale che compongono il suo vicinato, ma tratta con rispetto per il ricco e aristocratico Dottor Muñoz, di origine celtico-iberica, che descrive come un "uomo di buoni natali, colto ed acuto"."I degenerati discendenti degli immigrati olandesi che vivono sulle Catskill Mountains", "che corrispondono esattamente all'elemento decadente della white trash degli Stati Uniti del Sud" (Oltre il muro del sonno, 1919), sono un altro bersaglio della penna di Lovecraft. Nel racconto Il Tempio l'io narrante è un personaggio decisamente sgradevole: il capitano di un U-boot che, durante la prima guerra mondiale, in omaggio alla propria "teutonica volontà d'acciaio" e alla superiorità della Patria, spara con la mitragliatrice verso alcuni superstiti su una scialuppa e, più tardi, uccide i suoi stessi commilitoni. Tuttavia, secondo il suo biografo L. Sprague de Camp, Lovecraft reagì con orrore alle notizie delle violenze antisemite nella Germania Nazista precedenti alla seconda guerra mondiale [23] (Lovecraft morì prima che iniziasse il conflitto), e questo sembra suggerire che l'autore di Providence si sarebbe opposto all'idea di eliminare violentemente quelle che riteneva essere "razze inferiori".

    Il razzismo è uno dei punti sui quali si sono focalizzati gli sforzi interpretativi degli studiosi di Lovecraft. S.T. Joshi, uno dei principali esperti di Lovecraft, fa notare che "Non c'è modo di negare il razzismo di Lovecraft né lo si può etichettare come "tipico della sua epoca", perché è evidente che egli espresse questa posizione in maniera molto più pronunciata (anche se di solito non nelle opere pubblicate) rispetto a molti suoi contemporanei. Sarebbe sciocco negare che il razzismo entri nella sua opera."[6] Joshi sottolinea inoltre come il razzismo sia stato praticamente l'unico aspetto del pensiero di Lovecraft rimasto invariato nel corso di tutta la sua vita, mentre lo scrittore di Providence non esitò a modificare le sue concezioni religiose, politiche, economiche ed estetiche a seconda delle nuove informazioni e idee con le quali venne a contatto. [6]

    Nel suo libro H. P. Lovecraft: contro il mondo, contro la vita, Michel Houellebecq sostiene che sia proprio l'"odio razziale" a fornire la forza emotiva e l'ispirazione alla maggior parte delle più grandi opere di Lovecraft.
    image

    Il razzismo di Lovecraft è una conseguenza della sua posizione di determinista biologico. Questo è particolarmente evidente nel romanzo Le Montagne della follia la cui trama è incentrata su un gruppo di esploratori che scopre le tracce di una razza completamente aliena che ha creato attraverso la bioingegneria il genere umano, distrutta dai propri brutali schiavi: gli shoggoth.

    Anche dopo che molti dei componenti della spedizione vengono uccisi dai redivivi alieni, l'io narrante lovecraftiano esprime la propria simpatia verso di loro:
    « Erano uomini di un altro tempo e di un altro ordine d'esistenza... cos'hanno fatto che noi non avremmo fatto al loro posto? Dio, che intelligenza e persistenza! Che cosa incredibile... Radiali, vegetali, mostruosità, progenie delle stelle — qualsiasi cosa fossero, erano uomini! »


    Queste linee di pensiero nella visione del mondo di Lovecraft - razzismo e difesa reazionaria e romantica dell'ordine culturale davanti alla degenerazione del mondo moderno - hanno spinto alcuni studiosi ad accostare la figura dello scrittore a quella del tradizionalista aristocratico e anti-moderno Julius Evola.[24]

    Secondo l'esperto lovecraftiano Giuseppe Lippi, l'innegabile razzismo di Lovecraft non è tuttavia così univoco e presenta aspetti contraddittori - come il matrimonio con la Greene o l'amicizia con Samuel Loveman, poeta di origine ebraica - e sarebbe stato una sorta di fobia; il suo "orrore verso gli stranieri" sarebbe stato soprattutto un "mezzo di difesa" trovante sbocco nei suoi "incubi letterari"[9].


    Genere e sessualità

    Le donne nell'opera di Lovecraft sono piuttosto rare e non ricoprono quasi mai ruoli positivi. I pochi personaggi femminili importanti nei suoi racconti - come Asenath Waite (anche se si tratta in realtà di un mago malvagio che ha preso possesso del corpo di una giovane innocente) in La cosa sulla soglia e Lavinia Whateley nell' Orrore di Dunwich - sono senza eccezione servitrici di forze sinistre. L'elemento romantico è virtualmente assente nella sua opera e dove si affaccia il tema dell'amore, di solito si tratta di un amore platonico (ad esempio in L'Albero). I personaggi di Lovecraft vivono in un mondo dove la sessualità ha connotazioni negative. Il rapporto sessuale genera esseri meno che umani (L'Orrore di Dunwich).

    In questo contesto, può essere utile porre attenzione alle dimensioni dell' "orrore cosmico" (questa definizione viene utilizzata da un gran numero di studiosi, nonché dall'autore stesso in Alle montagne della follia) di Lovecraft. Poiché il palcoscenico delle sue storie è il cosmo, nei suoi racconti all'umanità è assegnato un ruolo minore e insignificante. Di conseguenza, non è solo alla sessualità femminile che viene negato una ruolo vitale e positivo, ma alla sessualità umana in generale.

    Tra l'altro Lovecraft afferma in una lettera privata (indirizzata ad una delle numerose intellettuali con cui intratteneva un rapporto di amicizia) che la discriminazione delle donne è una superstizione "orientale", di cui gli "ariani" dovrebbero sbarazzarsi. A parte l'evidente razzismo, tipico della cultura del tempo, è evidente che la lettera esclude, almeno a livello conscio, la misoginia - esclusa, tra l'altro, anche dall'esame della vita privata di Lovecraft. Ad esempio, lo studioso S.T. Joshi ricorda la quasi decennale corrispondenza che l'autore di Providence ebbe con Elizabeth Toldridge, aspirante poetessa, costretta nella sua casa di Washington dall'invalidità; durante il loro rapporto epistolare, "nonostante si possa dire [...] che lei fosse di idee molto convenzionali e vittoriane, Lovecraft non cessò mai di rispondere ad ogni punto da lei sollevato nelle sue lettere e di commentare i libri e i ritagli di giornale che lei gli inviava. Lovecraft non fu né accondiscendente né insincero nei suoi confronti..." [2]

    Tenendo presente che il primo contatto con l'universo femminile per Lovecraft fu la madre, mentalmente malata, e che trascorse larga parte della sua vita con le anziane zie, non si riscontrano nella sua opera seri elementi misogini.





    Rischi dell'era scientifica

    I primi decenni del XX secolo segnano l'inizio di un periodo di grande sviluppo per discipline scientifiche come l'astronomia, la chimica e la fisica. L'indagine scientifica nell'opera di Lovecraft ha spesso la funzione di "svelare" le leggi inumane dell'universo, aprendo visioni agghiaccianti per i suoi protagonisti e per il lettore. In particolare nel Colore venuto dallo spazio l'incapacità da parte degli scienziati di comprendere la natura di un meteorite diventa fonte di orrore.

    In una lettera indirizzata a James F. Morton nel 1923, Lovecraft fa specifico riferimento alla teoria della relatività di Einstein come elemento in grado di gettare il mondo nel caos e trasformare il cosmo intero in una burla[25]. In un periodo nel quale molti suoi contemporanei ritenevano che la scienza fosse senza limiti e onnipotente, Lovecraft immaginava scenari alternativi e terrorizzanti.






    Il sogno



    Un altro tema ricorrente nelle opere di Lovecraft è quello del sogno. In numerose sue opere la dimensione onirica assume un ruolo fondamentale, dalle visioni dei personaggi di Oltre il muro del sonno, Polaris e Hypnos ai sogni strani e sgradevoli del narratore di Dagon, dagli incubi collettivi de Il richiamo di Cthulhu a quelli angoscianti di Walter Gilman in La casa delle streghe.

    D'altronde, non di rado per Lovecraft i suoi sogni rappresentavano lo spunto di partenza per scrivere una nuova opera. Un esempio di racconto ispirato da un sogno è La dichiarazione di Randolph Carter, che, come Lovecraft scrisse a Galpin, si basava su un incubo in cui lo scrittore e l'amico Samuel Loveman rinvenivano un'antica tomba. Come ammise l'autore di Providence in una lettera a Frank Belknap Long:
    « Se io mi siedo alla scrivania con l'intenzione di scrivere un racconto, è molto probabile che non ci riesca. Ma se scrivo per mettere sulla carta le immagini di un sogno, tutto cambia completamente. »


    Sempre nella lettera a Galpin, Lovecraft si interroga perfino sul suo "diritto" di proclamarsi legittimo autore delle storie che ha sognato[4]:
    « Detesto attribuirmi le idee, specie quando non ho fatto alcuno sforzo per concepirle. D'altronde se non lo faccio io, a chi diamine posso attribuirle? Coleridge ha accettato la paternità del Kubla Khan, quindi credo che farò lo stesso... »




    La produzione epistolare

    Anche se Lovecraft è conosciuto soprattutto per le sue opere di narrativa fantastica, la maggior parte dei suoi scritti è costituita da lunghe lettere riguardanti una gran varietà di argomenti, dalla narrativa dell'orrore alla critica d'arte, alla politica e alla storia. Il già citato S.T. Joshi stima la produzione epistolare di Lovecraft in circa 87.500 lettere, composte fra il 1912 e l'anno della sua morte, il 1937, compresa una lettera di ben settanta pagine, inviata il 9 novembre 1929 a Woodburn Harris.

    Durante gli anni della giovinezza Lovecraft non scrisse molte lettere. Nel 1931 egli stesso ammette:
    « In gioventù mi sono dedicato ben poco alla scrittura di lettere. Perfino ringraziare qualcuno per un regalo era quasi un'ordalia per me, tanto che avrei preferito scrivere una composizione bucolica di duecentocinquanta righe o un trattato di venti pagine sugli anelli di Saturno. »


    L'interesse iniziale per le lettere venne stimolato dalla corrispondenza col cugino Phillips Gamwell, ma fu ancora più importante il suo coinvolgimento nel movimento del giornalismo non professionale, il motivo principale per il quale l'autore produsse un numero così elevato di missive.

    Come affermò con chiarezza lo stesso Lovecraft, il contatto epistolare con un numero elevato di persone diverse fu uno dei principali fattori che gli permisero di allargare la sua visione del mondo:
    « Mi trovai ad affrontare dozzine di punti di vista diversi, che altrimenti non mi avrebbero mai raggiunto. La mia comprensione e le mie simpatie si allargarono, molte delle mie idee sulla società, sulla politica e sull'economia si modificarono in conseguenza della mia accresciuta conoscenza. »



    Le "revisioni"

    Spinto dalle difficoltà economiche, Lovecraft lavorò spesso come ghostwriter. In alcuni casi il lavoro dello scrittore di Providence si limitava ad una semplice revisione del materiale preparato dall'autore "ufficiale"; in altri casi, a Lovecraft venivano forniti soltanto un'idea di base o un canovaccio, a partire dai quali elaborava l'intera storia.

    Si lamenta Lovecraft in una lettera a Clark Ashton Smith [9]:
    « Quanto all'annunciato Out of the Aeons, puoi ben dire che "ci ho messo mano": in realtà ho scritto la dannata storia da cima a fondo! E' pazzesco fare lavori così impegnativi quando, con la stessa fatica, si può scrivere un racconto originale e pubblicarlo sotto il proprio nome. »


    In effetti, in molte "revisioni" è possibile riconoscere non solo la prosa, ma anche le tematiche dell'autore di Providence; interessanti sono inoltre le citazioni e le apparizioni delle creature e delle divinità del Ciclo di Cthulhu, come in Dagli eoni (Out of the Aeons), L'uomo di pietra (The Man of Stone), Il Diario di Alonzo Typer (The Diary of Alonzo Typer). Ne L'orrore nel museo (The Horror in the Museum), in particolare, l'intera vicenda è ambientata in un museo che un folle scultore ha trasformato in una sorta di pantheon delle divinità lovecraftiane.

    Secondo lo studioso Giuseppe Lippi, l'attività di Lovecraft come ghostwriter, se da una parte lo portò in quelle opere ad una minore cura stilistica e ad una maggiore ripetitività nella struttura, dall'altra gli permise di scrivere più liberamente di quanto non facesse nei suoi lavori ufficiali, superando il suo perfezionismo sotto certi aspetti paralizzante e la continua insoddisfazione che provava nei confronti delle proprie opere, e permettendogli di "esplorare" in modo più sereno la mitologia da lui creata. [9]



    Critica letteraria e saggistica

    Lovecraft si dedicò anche alla critica letteraria. Nel saggio In defence of Dagon, scritto per difendere il suo racconto dai detrattori, l'autore di Providence distinse tre principali categorie nell'ambito della produzione letteraria: quella romantica, i cui sostenitori, sostiene, sono disposti anche ad accettare finzioni e falsità psicologiche purché il tutto rimanga in un contesto prosaico; quella realistica, che secondo Lovecraft ha il pregio di descrivere fedelmente la vita, ma ha come limite il rischio di cadere nello "sgradevole e nel banale"; e infine quella fantastica, l'unica in grado di soddisfare le aspirazioni e le esigenze della fantasia.

    Il lavoro di critica letteraria più noto composto da Lovecraft è probabilmente Supernatural Horror in Literature, scritto tra il 1925 ed il 1927; in esso, lo scrittore di Providence esamina le radici del genere horror e fantastico, commentando autori quali Edgar Allan Poe, Arthur Machen, Lord Dunsany e Ambrose Bierce.

    D'altronde, Lovecraft non si occupò solo di letteratura fantastica: ad esempio, fu tra i primi a riconoscere l'importanza dell' Ulisse di Joyce [2] in America, dove l'opera venne inizialmente attaccata in quanto giudicata pornografica.

    Sono inoltre frequenti anche nelle opere di narrativa di Lovecraft, a testimonianza della sua vasta cultura e dei suoi molteplici interessi, riferimenti ad autori quali Dante Alighieri, John Milton ed Edgar Allan Poe, alle opere di Gustavo Doré (nel racconto Dagon) e di Francisco Goya (ne Il segugio e Il modello di Pickman), nonché incisi su argomenti quali l'architettura, l'antropologia, la chimica, la geologia e l'astronomia (antica passione di Lovecraft).
     
    .
0 replies since 30/8/2008, 16:18   214 views
  Share  
.